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 Si potrebbe dire che il parapendio é una specie di grande aquilone in grado di reggere    il peso di una persona
    - il suo pilota- che lo dirige. Come l'aquilone, il parapendio e'    fatto di stoffa, anche se si tratta di una stoffa particolare;
    come l'aquilone, il    parapendio (in gergo, la "vela") ha bisogno del vento per volare. In volo, il parapendio 
    assume una
    forma aerodinamica che ne permette il pilotaggio. Seduto in una    particolare seggiolino ( l'imbrago)sospeso sotto la sua vela,
    il pilota comanda la vela    per mezzo di due maniglie, una a destra e una a sinistra. In questo, assomiglia molta    ad una bicicletta. I comandi consentono al piloto di variare la direzionalità' e la    velocità della vela. sono i comandi che danno la possibilità del Pilotaggio. Comunque,    le scelte per direzione e velocità del pilota sono circoscritte dalle condizioni    atmosferiche che riscontra, volando. In questo, si potrebbe dire che volare in  parapendio significare davvero fare del surf sui venti.
  .......si chiama così perché permette di scendere velocemente un pendio montano ,ma    oggi c'è chi
    lo chiama paraliante, non è sbagliato. Basti pensare a come viene    impiegato oggi: è un mezzo portato
    in aria calma a planare dolcemente, con un tasso    di caduta vicino al metro al secondo che ne favorisce
    un avanzamento compreso fra i 7    e i 9 metri al secondo. Eppure gestito da mani esperte può veleggiare
  per oltre 8 ore  coprendo spesso distanze superiori ai 100 chilometri.
    Questo risultato è possibile in virtù di due tipi di ascendenza: quella termica e quella    del pendio.
    La prima è detta del riscaldamento del suolo che eccita l' aria circostante e    ne provoca un innalzamento
    verticale; la seconda si può definire come la dinamica del    pendio,generata da un vento meteorologico o
    da brezze di valle che risalendo i pendii    sopravvento provocano un innalzamento dell '' aria e perciò anche
    del    velivolo.Raggiunta una quota ritenuta sufficiente per compiere una data distanza il    pilota, se le condizioni
    di vento lo consentono, può decidere di sostarsi su un' altra    montagna riguadagnando nuovamente la quota
    necessaria per un nuovo spostamento.    Spesso le cime delle montagne, per la loro conformazione, consentono
    un ulteriore    tipo di volo detto delfinato, grazie al quale si sfrutta l' apice della cresta procedendo in    maniera
    lineare senza la necessità di guadagnare continuamente quota. Anche se il    vero motore del parapendio è
    rappresentato dal peso del pilota ,le correnti    ascensionali forniscono il carburante. Sono segnalate dalle nubi
    cumuliformi, tipiche    della bassa pressione atmosferica, o da fenomeni invisibili, appena accennati da un    alone
    che sovrasta la zona ascendente detta fumulus.I piloti esperti che conoscono e    sanno gestire questi fenomeni
    atmosferici se ne servono per coprire lunghe distanze.    La sensazione di appagamento che si vive non ha eguali,
    appartiene alle emozioni    forti, coincide con il totale distacco dal mondo terreno.
    I movimenti nella terza dimensione offrono una differente percezione del sè al punto    che rimangono nella mente
    anche per i giorni successivi e rappresentano un felice    ricordo dell'' esperienza,anche se per alcuni è consueta e
    consolidata da tempo.    Qualunque sia la motivazione, volare in sicurezza, e per lunghe distanze con il    parapendio
  rappresenta un sogno appagabile anche se pochi al momento, hanno  sperimentato questa opportunità.