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    Sono i cositetti "deltaplani a  motore",  velivolo ultraleggero molto semplice, economico,
    sicuro e divertente; viene detto    anche trike, con dicitura anglosassone, che letteralmente significa triciclo.
    A volte viene anche definito, seppure impropriamente, deltaplano a motore,: infatti il pendolare appare
    come un deltaplano da volo libero al di sotto del quale è sospeso un carrello triciclo; all'interno di questo è
    seduto il pilota e l’eventuale passeggero, in posizione tandem; il carrello è completato da un motore e da
  un'elica, in configurazione spingente.
  
I primi ultraleggeri che sono stati costruiti erano sostanzialmente delle ali di deltaplano
    da volo libero    dotate di un piccolo motore ausiliario; più spesso, non erano deltaplani veri
    e propri, in quanto si    presentavano come dei veri e propri aeroplanini, con tanto di fusoliera a
    traliccio e piani di coda. Su questi    velivoli il controllo della traiettoria e dell’assetto viene
    effettuato    mediante superfici aerodinamiche; al    contrario, il deltaplano utilizza, per il
    controllo della    traiettoria e dell'assetto, lo spostamento del peso    anziché i comandi
    aerodinamici; l'ala è    flessibile anziché rigida; non ci sono piani di coda né verticali né
    orizzontali. Il pilota    effettua il controllo dell'assetto e della traiettoria mediante lo
    spostamento di se stesso    al di sotto dell’ala, anziché mediante l'azionamento di
    superfici aerodinamiche.    Nonostante l'apparente instabilità di tale configurazione,
    questo tipo di velivolo è    piuttosto stabile,    semplice ed istintivo da pilotare, e dopo
    decenni di evoluzione e    successivi affinamenti del progetto e dei    materiali utilizzati
    rappresenta attualmente un modo    di volare sicuro, affidabile ed economico.
    Durante gli anni 60 e 70 sono stati effettuati molti tentativi di motorizzare il deltaplano, tutti consistenti
    nell'installazione di un piccolo motore direttamente all’ala, in diverse soluzioni costruttive: il motore
    collocato sopra o sotto l'ala, con l’elica davanti o dietro, cioè in configurazione traente o spingente; queste
    configurazioni, tuttavia, sono molto instabili al beccheggio, in particolare quando viene richiesta piena
    potenza, e comunque sono soluzioni molto pericolose per il pilota data la vicinanza dell'elica al pilota
    stesso. In particolare, la soluzione con elica spingente veniva molto spiritosamente definita “taglia scarpe”
    o “affetta piedi”. Il tutto inoltre con delle modestissime prestazioni, visti i motori e le eliche utilizzati
    all'epoca.    Inoltre, particolare quest'ultimo non trascurabile, questi sistemi di ala più motore decollano
    ed atterrano    come un semplice deltaplano da volo libero ed utilizzano per il rullaggio le gambe stesse del pilota,
    il quale    viene gravato, oltre che dal peso dell’ala, anche dal peso del motore e relativa trasmissione, il carburante,
    ed inoltre con velocità di decollo e atterraggio sostanzialmente maggiorate rispetto al deltaplano senza
    motore.    La conseguenza di questo stato di cose è stato il fatto che, negli anni 60 e 70, gli unici ultraleggeri a
    motore non sperimentali furono in pratica solo velivoli con controllo aerodinamico dell’assetto, sia a tre
    che a due assi; inoltre, per avere delle ali flessibili o deltaplani realmente performanti occorrerà aspettare
  gli inizi degli anni 80.
I pendolari sono generalmente più economici dei più economici ultraleggeri convenzionali; infatti ci sono
    molte meno componenti in movimento, tanto che i pendolari hanno l’invidiabile capacità di poter essere
    smontati e rimontati in pochi minuti, così da poter essere facilmente trasportati; questo fatto consente
    inoltre di potere hangarare il pendolare in spazi molto ridotti, in pratica il solo spazio del carrello, e quindi
    con minori spese.
    Ma soprattutto, volare con il pendolare offre una vera sensazione di libertà: il pendolare sta all’aria
    senz’altro come la motocicletta sta alla strada o al terreno, o come il gommone sta al mare; con il
    pendolare si possono fare le stesse cose e si può andare negli stessi posti consentiti all'ultraleggero
  convenzionale, il tutto con molto più divertimento.
